Qualche tempo fa una vecchia allieva e nuova amica, Alessandra Pistillo (ora copywriter e consulente di comunicazione), metteva online (su Facebook, il 15 ottobre 2016) la foto di un’opera appena vista nel Museo Pecci di Prato: la famosa Ruota di bicicletta di Marcel Duchamp. La foto – che qui riproduco – era accompagnata da un delicato commento sull’emozione che poterla guardare da vicino, nell’originale, le aveva prodotto. Manco a dirlo – a più di un secolo dalla prima versione dell’opera! – si è scatenata una folla di “amici” (che probabilmente ignoravano l’esistenza sia dell’opera che dell’Autore) con una serie di commenti tristemente prevedibili del tipo: “che roba è?”, “questo lo sapevo fare anch’io”, “e la chiamano arte”. Mi sono chiesto, allora: perché non sono d’accordo? E ancora: che cosa ispira commenti di tal fatta?
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